Gli alpini e la domenica del corriere
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GLI ALPINI E LA DOMENICA DEL CORRIERE
di Francesco Zanardo
"La Domenica del Corriere" chiamata anche "Corrierona" in antagonismo al "Corrierino", "II Corriere dei Piccoli", è stato uno dei supplementi del Corriere della Sera.
Grazie alle cronache figurate di Achille Beltrame e di Walter Molino, ha conquistato i lettori di ogni regione e raggiunto i nostri emigranti in ogni parte del mondo.
Fondata sul finire dell'800, ha avuto tra i suoi direttori i maggiori giornalisti italiani del periodo, dal Centelli ad Ugo Ojetti, da Montanelli a Possenti, a Dino Buzzati.
L'avvenimento che illustrava la copertina non era sempre di grande importanza, ma la rappresentazione scenica colpiva la curiosità e la fantasia del lettore tanto che "la Domenica" riuscì con questa "trovata" a soppiantare tutti i giornali concorrenti.
Agli Alpini ripresi durante gli atti eroici della prima Guerra Mondiale, o nei tristi momenti della seconda, come la ritirata di Russia; alle loro prime caratteristiche adunate nazionali di Roma o di Trieste; ai personaggi famosi come Cesare Battisti o don Carlo Gnocchi, Beltrame e Molino dedicarono un centinaio di copertine proposte in questa mostra allestita da Giuseppe Campagnola in occasione dell'80° di costituzione della sezione di Treviso.
E così il 22 febbraio 1903 sul monte Telegrafo un capitano alla testa della compagnia, con visiera ed alpenstock, scivola e cade mentre gli alpini con cappello e penna nera osservano sorpresi. A fine settembre del 1906 i reduci, e tra di essi alcuni alpini, sfilano a Milano in un corteo patriottico. A marzo del 1910 gli alpini si esercitano ai piedi del Cervino e provano le "Maxin". Nel luglio del 1912 fanno quadrato ad un furioso attacco degli arabi ed il loro cappello prende la forma definitiva ed appaiono le nappine rosse.
Durante la Grande Guerra prima ed ultima di copertina si susseguono: nel febbraio del '12, "La guerra dei prodigi. Una corvée degli alpini a tremila metri "; a luglio del '15 " un alpino sospeso in un burrone si batte e mette in fuga un gruppo di Austriaci"; nell'ottobre le nostre truppe espugnano la forte posizione di monte Coston; nello stesso mese la consegna della medaglia d'argento al volontario Meregalli. Nel febbraio del '16 la distruzione di due "block-house" a tremila metri e poi il trasporto dei pezzi sulle cime nevose e la gloriosa riconquista del Pal Piccolo, dove appare la penna bianca; e la celebrazione della Santa Messa in una domenica di guerra e i doni della Patria che a Capodanno del '17 salgono a dorso di mulo sotto la tormenta. E i primi pellegrinaggi, i primi monumenti e le prime adunate.
Il 10 gennaio 1943 Walter Molino sostituisce Achille Beltrame e gli alpini sono ripresi in un'ansa del Don dove fermano il nemico e lo ricacciano vittoriosamente.
Il 26 maggio 1950 appaiono in copertina Emilio Battisti, Etelvoldo Pascolini ed Umberto Ricagno che in Russia comandavano "Cuneense", "Vicenza" e "Julia" e sono rientrati in Italia dopo anni di prigionia. Poi, sempre di Molino, due adunate: Trieste nel 1953 e Milano nel 1959 con la sezione di Treviso e la poderosa figura di Padre Carlo Marangoni.
Una delle ultime "Domeniche", la n. 6, anno 65° del 1° febbraio 1963, in vendita a L. 60, pubblica un servizio sul dramma dei nostri alpini in Russia dopo vent'anni ed in copertina Walter Molino riprende l'interminabile sequenza della ritirata prima della sacca di Nikolajewka, immagine che continua a far rabbrividire ed accrescere il mito degli alpini.