Capitolo 14 - Sezione Alpini Treviso

Vai ai contenuti

Capitolo 14

Storia Sezione > Storia
STORIA CRONOLOGICA DELLA SEZIONE A.N.A. DI TREVISO

Cronaca di oltre 80 anni di Vita Alpina


Capitolo 14: Non c’è tempo da perdere

“Emergenza Piemonte”. Neanche il tempo di ammainare le 122 bandiere tricolori  rappresentanti i 122 anni del Corpo degli Alpini, che bisogna subito pensare ad aiutare gli altri. C’è da organizzare un cantiere di lavoro in Val Tanaro per ricostruire la zona devastata dall’alluvione.
All’annuale raduno dei Capigruppo del 27 novembre viene approvato come impegno prioritario per l’anno 1995 la costituzione nell’ambito della Sezione di una struttura di Protezione Civile con l’avvio di una cucina mobile da campo e di una mensa per il pronto intervento.
1l 1994 non si conclude con il rituale augurio di Buon Anno del Presidente della Sezione, ma con un altro appello a firma di Luigi Casagrande. È stato messo a disposizione dalla Usl di Oderzo un padiglione da adibire a centro diurno capace di accogliere circa 25 disabili della zona. L’Associazione delle famiglie dei disabili hanno subito chiesto aiuto agli Alpini. Come si fa a dire di no!
Il 1995 si apre con la delibera n.868 del 21 febbraio 1995: il Protocollo d’intesa che regola i rapporti di Protezione Civile tra la Regione Veneto e l’A.N.A., protocollo che è stato sottoscritto dal Presidente Nazionale a Venezia il 24 Marzo alla presenza di tutti i Presidenti delle Sezioni del triveneto e dal Vicepresidente della Giunta Regionale Giampaolo Gobbo (Alpino iscritto nel Gruppo Treviso-Salsa).
Anche il Sindaco di Treviso l’Alpino Gentilini chiede aiuto agli Alpini. Stavolta per ripulire le mura della città. Il 26 marzo 1995 alle 7 del mattino l’operazione ha inizio e a mezzogiorno è già completata.
In occasione del 40° Anniversario della fondazione di Fameja Alpina diventa finalmente realtà il sogno di Carlo Tognarelli. Istituire un premio letterario dal titolo “Parole attorno al Fuoco” sul tema storie di Alpini in guerra ed in pace. La premiazione avverrà ad Arcade il 5 Gennaio 1996 in occasione di quello che ormai gli Alpini di Arcade hanno fatto diventare il più famoso “Panevin della Marca. La novità, rispetto ad altri premi analoghi, è rappresentata dal fatto che i primi tre classificati ricevono un premio in denaro, metà del quale, per regolamento, lo devono devolvere ad un Associazione umanitaria a loro scelta.
Il 19 marzo 1995 il Protocollo d’intesa sulla Protezione Civile comincia a dare i suoi frutti. Viene svolta a Pordenone un’esercitazione di prevenzione e Protezione Civile durata 24 ore e che coinvolge 850 tra Volontari ed Alpini. 15 le Sezioni alpine del triveneto presenti tra cui Treviso.
Gli Alpini di Treviso devono però masticare ancora amaro. Nell’ambito della ristrutturazione dell’Esercito il 29 giugno 1995 chiude, dopo 125 anni, il Distretto Militare di Treviso.
Un duro articolo di Lucio Ziggiotto apparso sull’ultimo numero del’94 dal titolo “L’Abito non fa il Monaco” dove prende posizione contro la decisione di concedere di vestire in borghese al di fuori dei servizi propri di caserma ai militari di leva, provoca un lungo dibattito fino a scomodare il Comandante Gen. B. Silvio Mazzaroli della Brigata Julia il quale, più che prendere parte alla diatriba, cerca di instaurare un dialogo costruttivo tra le famiglie dei ragazzi di leva. Tra l’altro afferma che nel 1994 nel 4° Corpo d’Armata alpino si sono verificati ben 22 incidenti di militari con macchine private e 4 alpini hanno perso la vita.
Tra le tante attività sportive curate dalla Sezione e dai vari Gruppi, al Campionato nazionale di tiro a segno che nel 1995 si svolge a Legnano (Mi) Maurizio Zanatta si laurea Campione Nazionale di carabina standard. Il successo è completato dal 1° posto della nostra squadra di carabina libera, al 2° posto nella pistola standard e al 1° posto nella combinata.
Il 16 dicembre 1995 anche la Sezione A.N.A. di Treviso organizza la sua 1^ Lucciolata, un’iniziativa che ha già preso piede in diversi paesi e città del Nord-Est. Lo scopo è quello di raccogliere fondi a favore dell’Associazione “Via di Natale” che prima ad Aviano, poi in altre strutture ha costruito delle case alloggio per consentire ai parenti di malati terminali di poter assistere i loro cari.
Torna ai contenuti